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Consulenza legale

Abbiamo un gruppo di legali volontari che possono dare consulenze e assistenza su questioni legate al bullismo. Per avere più informazioni riguardo gli aspetti legali del bullismo per favore leggi la sezione sottostante. Se hai delle domande o hai bisogno di aiuto contatta il nostro gruppo di legali cliccando qui.

Legal advice

Bullismo sul luogo di lavoro

Che cos’è il bullismo sul luogo di lavoro?

Non esiste una specifica e globale definizione del bullismo, però è socialmente accettato definirlo come ripetitivi e inspiegabili comportamenti nei confronti di qualcuno in particolare (o anche un gruppo di persone) mirati a far sentire questa persona umiliata, spaventata, senza nessun tipo di potere e mentalmente o fisicamente ferita.

Il bullismo si può presentare in ogni tipo di ambiente in cui ci sono esseri umani che interagiscono fra loro, che sia il cortile della scuola, a casa o sui social network e ovviamente anche il luogo di lavoro.

Spesso esiste una sorta di relazione di potere tra il bullo e la sua vittima. Per quanto riguarda il luogo di lavoro può presentarsi tra un manager e un subordinato, anche se non è sempre questo il caso. Se il bullo ha una posizione lavorativa più alta della vittima, è molto facile per lui esercitare potere e dominare, che poi è sempre l’obiettivo principale di chi compie atti di bullismo. È di credenza comune che la personalità di chi bullizza, sia spesso caratterizzata da una bassa stima in sé stessi, e di conseguenza il bullo si sente meglio nel far stare gli altri peggio.

Questo tipo di comportamenti non sono, però, sempre intenzionali, infatti a volte il bullo non realizza neanche gli effetti che sta avendo sugli altri, e potrebbe anche non essere cosciente delle azioni che lo spingono a comportarsi così. Ma questo è irrilevante, in quanto gli effetti sulla vittima non cambiano e in ogni caso questo tipo di comportamenti sono inaccettabili.

Il bullismo a volte può essere anche subdolo (spesso chiamato ‘’gashlighting’’ ovvero manipolazione psicologica maligna), caratterizzato da comportamenti manipolatori che sono difficili da fermare, e hanno l’effetto di minare la fiducia in sé stessi della vittima.

Il bullismo sul lavoro viene definito Mobbing. Cos’e’ il mobbing? L’insime di azioni e comportamenti discriminatori o vessatori protratti nel tempo, perseguiti nei confronti di lavoratrici e lavoratori da parte del datore di lavoro o da altri colleghi, caratterizzatu da una vera e propria forma di persecuzione psicologica o di violenza morale.

Legal advice

Qual è la differenza tra bullismo e molestia?

Molestia è un termine che è spesso ritrovato accanto a bullismo anche se il loro significato è leggermente diverso. La ‘’legge sull’uguaglianza’’ definisce la molestia come un comportamento indesiderato nei confronti di ‘’caratteristiche protette’’ (razza, sesso, maternità, disabilità, credenza religiosa, età, orientamento sessuale, riassegnazione di genere o stato mentale), con l’obiettivo di violare la dignità altrui o creare un’atmosfera di intimidazione, umiliazione, ostilità, offesa e degrado per la vittima. Generalmente si pensa che la molestia sia più comune del bullismo e che abbia necessariamente una componente fisica. Ma c’è decisamente una sottile linea fra i due, e anche una grande sovrapposizione.

Mi stanno bullizzando?

Se stessi sperimentando relazioni stressanti sul luogo di lavoro, potresti essere sottoposto a bullismo. Potresti sentirti isolato o escluso, o più in generale semplicemente a disagio. Il bullismo può avere effetti molto seri sulla salute mentale.

Di seguito sono riportati alcuni comportamenti di bullismo sul luogo di lavoro:

  • Essere continuamente soggetti a criticismi, commenti personali offensivi o altri comportamenti aggressivi
  • Essere messo nella condizione di fallire, dandoti scadenze e compiti impossibili
  • Essere soggetto a richieste irragionevoli e altri compiti compromettenti
  • Essere umiliato o ridicolizzato di fronte agli altri, criticato o rimproverato di persona o via e-mail
  • Essere soggetto a prese in giro che riguardano una tua particolare caratteristica
  • Essere selezionato e trattato in maniera molto più negativa degli altri (ad esempio tramite azioni disciplinari per cose che chiunque altro farebbe senza avere nessuna conseguenza
  • Essere escluso e lasciato fuori dagli eventi, anche quelli più formali

La lista non è esaustiva e può includere tutti quei comportamenti ingiustificati che non possono essere spiegati da uno standard oggettivo. Il bullismo non è soggetto a procedure organizzative relative a performance scadenti o comportamenti errati in cui vi è una genuina causa per la preoccupazione, ma si può trattare di bullismo se fatto in maniera umiliante o se ti senti escluso in maniera ingiusta.

Se il motivo per cui ti stanno bullizzando fa parte delle ‘’caratteristiche protette’’ (citate sopra) allora è discriminazione illegale secondo la legge sull’uguaglianza del 2010.

Cosa posso fare per fermare il bullismo?

Il bullismo è spesso difficile da provare, potrebbe avvenire a porte chiuse, senza la presenza di altri. Il primo passo potrebbe essere approcciare il bullo e cercare di risolvere la situazione in maniera informale. Loro potrebbero anche non rendersi conto di come il loro comportamento vi sta facendo sentire. Ai bulli non piace essere chiamati a rendere conto, potrebbe essere necessario per farli smettere, ma al tempo stesso c’è il rischio di far peggiorare le cose.

Se non ti senti in grado di affrontare il bullo personalmente, potresti scegliere di avere una discussione informale con il loro direttore oppure di parlare il direttore delle risorse umane per una discussione confidenziale. Un delegato sindacale potrebbe essere in grado di aiutarti, fornendoti consigli e supporto, specialmente nel caso in cui decidessi di seguire la procedura formale (vedi sotto).

Usare una procedura formale per fare una denuncia

I tuoi impiegati hanno una politica antibullismo? E una di equalità o di dignità sul lavoro? Se la risposta fosse sì, allora potrebbero contenere specifiche procedure per quanto riguarda il bullismo, quindi è un buon posto da cui iniziare.

Se, invece, la risposta fosse no, ogni impiegato dovrebbe avere una ‘’procedura di reclamo ‘’ che spieghi come fare una denuncia per problemi legati all’ambiente lavorativo. Generalmente questo è preceduto da una fase informale, ma se avessi già provato e fallito dovresti essere in grado di passare direttamente alla fase formale. In ogni caso, il bullismo è notoriamente un problema molto difficile da contrastare tra lavoratori, specialmente se include qualcuno dai piani alti dell’azienda. L’impiegato è molto spesso riluttante all’andare contro un suo superiore, a meno che non ci sia evidenza inconfutabile. Questo, non significa però, che non ne valga la pena. L’impiegato dovrebbe, infatti, portare avanti un’indagine, che metterà a disagio il bullo e lo chiamerà a rendersi conto. Anche se non c’è nulla di formale a tuo favore, il problema sarà registrato e ci potrebbero essere ripercussioni informali per il bullo.

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La posizione legale

Molti si sorprendono quando scoprono che non esistono specifiche vie legali per quanto riguarda le accuse di mobbing, a meno che esse non costituiscano anche discriminazioni illegali, definite dalla legge sull’uguaglianza e discrimazione.

Tra le varie leggi di riferimento:

  • art. 37 della Costituzione
  • legge 20.05.1970 n. 300 , G.U. 27.05.1970 dello Statuto dei Lavoratori, art. 7, 13, 15 rispettivamente: procedure contro gli abusi del datore di lavoro, tutela del lavoratore da comprtamenti dequalifincati e saznione contro Atti discriminatori nel posto di lavoro
  • La Carta Sociale Europea Riveduta (CSER) del 1996, adottata nell’ambito del Consiglio d’Europa, ha sancito all’art. 20 il diritto alla parità di opportunità e di eguale trattamento nell’accesso al lavoro, nelle condizioni di impiego e di lavoro (ivi compresa la retribuzione), nella tutela in caso di licenziamento e reinserimento professionale, nell’orientamento, nella formazione professionale nonché nelle progressioni di carriera, comprese le promozioni
  • il decreto legislativo 626/94 sancisce che il diritto alla salute coincide non solo con l'assenza di malattia ma anche con l'assenza del disagio

Oltre all’accusa di discriminazioni illegali, vi sono un'altra serie di rivendicazioni, che possono essere fatte di fronte ad un tribunale del lavoro, che rientrano nella categoria di “Comportamenti immotivati” tra cui vi è il bullismo.

Dimissioni forzate, nel caso in cui il tuo capo abbia fatto in modo che tu venissi bullizzato al punto da farti sentire come se non avessi altra scelta se non quella di abbandonare il lavoro.

Comportamenti nocivi nei tuoi confronti (inclusi atti di bullismo) a seguito di una tua lamentela relativa ad attività illecite sul posto di lavoro o motivati dal fatto che hai sollevato una questione riguardante la salute e la sicurezza, hai rivendicato i tuoi diritti contrattuali, sei un membro di un sindacato o hai fatto la spia a proposito di attività illegali sul luogo di lavoro.

Licenziamento senza giusta causa: Sei stato licenziato senza che vi fosse una ragione valida, ad esempio, il licenziamento come punizione per una mancanza non sufficientemente grave oppure in caso di procedura di licenziamento non portata a termine secondo la prassi.

I provvedimenti dei tribunali del lavoro hanno valenza legale ed è dunque importante ottenere una consulenza legale se si ha intenzione di percorrere questa strada.

Altri provvedimenti legali

Quando il bullismo ha la forma di un’aggressione fisica potresti aver bisogno di andare dalla polizia per sporgere denuncia.

Il datore di lavoro ha il dovere di assicurarsi che l’ambiente di lavoro sia salubre, questo è un termine fondamentale del contratto, nel momento in cui un termine fondamentale viene violato è motivo per richiedere un licenziamento costruttivo, tuttavia saresti costretto a lasciare il tuo impego.

Se gli atti di bullismo, diventano talmente gravi da mettere a repentaglio la tua salute mentale o fisica potresti perseguire un’azione legale per danni alla persona, tuttavia dovrai sostenere diversi test legali per assicurare che 1) soffri di gravi disturbi, 2) è stato il bullismo a causare tali problematiche 3) il tuo datore di lavoro è venuto meno al suo dovere di mantenere l’ambiente di lavoro salubre.

Dove posso chiedere aiuto?

E’ possibile chiedere aiuto sul posto di lavoro presso l’ufficio delle risorse umane o presso il comune, sindacato e sportelli ASL. Bisogna rivolgersi immediatamente allo sportello mobbing piu’ vicino; sono tanti i centri a disposizione in tutte le città dove e’ possibile ricevere assistenza gratuita e consigli su come e cosa fare; per cercare l'indirizzo basta rivolgersi al comune, ai sindacati o cercare su internet. Ai fini di denuncia e richiesta di risarcimento danni per mobbing, è utile rivolgersi a ASL; ospedali o medici specialistici per farsi diagnosticare tempestivamente le conseguenze psico-fisiche subite.

Se il comportamento del mobber è riconducibile ad azioni penalmente rilevanti come minacce, molestie, maltrattamenti anche verbali, diffamazione ecc, o se ha provocato una vera e propria malattia, fisica o psichica, il target di bullismo nel lavoro può denunciare l'accaduto alle Autorità competenti e presentare una denuncia per mobbing. In sede civile la vittima può richiedere un risarcimento dei danni subiti rivolgendosi ad un avvocato; e’ possibile ricevere consulenza legala gratuitamente in presenza di basso reddito, in tal caso al richiedente verra’ assegnato un Avvocato patrocinio a Spese dello Stato in materia civile (link nelle sezione risorse online).

E’ importante raccogliere il maggior numero di prove scritte o annotare eventi con data e luoghi precisi, descrizione di mansioni e se è possibile trovare testimoni, colleghi od ex colleghi; le prove hanno il fine di mostrare comportamenti mobbizzanti, per esempio trascrivere tutte le attività oggetto di demansionamento rispetto il proprio livello contrattuale svolte nell'arco della settimana.

Tra gli sportelli ed i centri pubblici antimobbing in Italia:

  • Abruzzo: sportello mobbing dell’Asl di Pescara;
  • Campania: centro di riferimento regionale per il mobbing e il disadattamento lavorativo, distretto 44, Asl NA1;
  • Emilia Romagna: ambulatorio del disagio occupazionale di Bologna;
  • Lazio: centro clinico per il mobbing e il disaggio occupazionale dell’Asl RM/E, centro di prevenzione dell’Asl RM/C, Azienda ospedaliera Sant’Andrea, Azienda Sanitaria RM/D, Policlinico Gemelli e centro antimobbing della Regione Lazio (tutti a Roma);
  • Lombardia: clinica del lavoro Luigi Devoto dell’Università degli Studi di Milano;
  • Puglia: dipartimento prevenzione, diagnosi e cura di malattie dello stress e del disadattamento lavorativo dell’Asl di Foggia e dipartimento di salute mentale dell’Asl di Taranto;
  • Sicilia: dipartimento di medicina sociale del territorio (sezione medicina del lavoro) del Policlinico di Messina;
  • Toscana: azienda ospedaliera universitaria di Pisa;
  • Umbria: dipartimento di prevenzione Asl/4 di Terni;
  • Veneto: centro per l’analisi dei rischi e delle patologie lavorative del Policlinico G.B. Rossi di Verona.

Risorse online:

  • https://www.theitaliantimes.it/economia/avvocato-patrocinio-gratuito
  • https://www.aslroma1.it/mobbing
  • https://www.sanita.puglia.it/web/asl-bari/gruppo-di-lavoro-prevenzione-mobbing
  • http://www.cgil.milano.it/servizio/servizio-vertenze-legali/mobbing
  • http://dirittolavoro.altervista.org/sedi_diagnostiche_mobbing.html
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